Grazie, Presidente. Il decreto di cui oggi ci accingiamo a votare la fiducia rappresenta un cambio di passo, Presidente, rispetto al precedente Governo; un cambio di passo perché affronta il tema delle crisi industriali. E lo definirei, lo definisce il Partito Democratico…
Affronta il tema delle crisi industriali, ma lo fa da un altro punto di vista da quello con cui abbiamo finora affrontato il tema delle crisi industriali e rappresenta un decreto per il diritto al lavoro. Presidente, per la prima volta questo tema delle crisi industriali è l'esito di un ragionamento complessivo; non ci accontentiamo soltanto di affrontare le singole crisi, non ci accontentiamo di fare promesse e non facciamo come quando qualcuno andò in Sardegna a dire che avrebbe risolto il problema dei pastori sardi, e i pastori sardi sono ancora lì, ma nessuno ci è più tornato, perché non ci sono più campagne elettorali che possano riguardarlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Per fortuna le crisi industriali non si utilizzano più soltanto strumentalmente in campagna elettorale, ma si risolvono, e voglio da questi banchi, a nome del Partito Democratico, ringraziare e fare un plauso al Ministro Patuanelli, che oggi ha annunciato la risoluzione di una crisi industriale importante, quella della Whirlpool di Napoli (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle e Liberi e Uguali), che dà la possibilità di una prospettiva ulteriore in un settore strategico come quello degli elettrodomestici. Ovviamente siamo soltanto all'inizio e oggi invitiamo il Governo tutto a rilanciare il settore, a rilanciare il sito industriale, ma abbiamo dato una risposta ed è un riconoscimento importante anche ai lavoratori che duramente hanno combattuto per il loro posto di lavoro. Dicevo che questo, però, è un decreto per il diritto al lavoro; e infatti vorrei elencarli questi diritti, perché ci sono numerose estensioni di tutele, a partire dai diritti di chi quei diritti non li ha mai avuti.
Penso, ad esempio, ai riders, ai ciclofattorini, ai lavoratori delle piattaforme digitali. Presidente, è difficile individuare questi nuovi lavori all'interno di quelle che sono le definizioni classiche del lavoro. Sono lavoratori subordinati o sono lavoratori autonomi? Beh, nella indifferenza di qualcuno noi oggi diamo una risposta, una prima risposta importante, che permette loro di avere un contratto di lavoro scritto, che permette loro di avere la copertura assicurativa obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali, che permette loro di avere diritto ad un compenso e che permette loro di non essere discriminati e di avere la possibilità di tutelare anche i loro dati sensibili. Ma ci sono altre tutele: ad esempio, per la prima volta, ci occupiamo di quei lavoratori che sono iscritti alla gestione separata INPS e che finalmente potranno accedere, con un obbligo inferiore a quello che era riconosciuto finora, alle difficoltà che avevano finora, più facilmente all'indennità di malattia, all'indennità di maternità, alla degenza ospedaliera.
Tutti diritti che diamo per scontati, ma che diritti scontati non sono per una gran parte dei lavoratori italiani, e oggi questo decreto dà loro una risposta. E vengono stabilizzati i lavoratori dell'Anpal servizi, per cui il Partito Democratico da mesi ha fatto una battaglia importante in tutte le sedi parlamentari; finalmente questo riconoscimento viene dato. Ci occupiamo anche dell'armonizzazione della validità dei concorsi e delle graduatorie e affrontiamo il tema delicatissimo delle crisi industriali complesse, quelle più delicate della Sicilia, della Sardegna, il problema legato alle Marche, ma ci occupiamo, più in generale, anche di estendere gli ammortizzatori sociali e di dare risposta a quei lavoratori che stanno rischiando, rischiano quotidianamente di perdere il posto di lavoro.
Ma dicevo che questo non è soltanto un decreto che si occupa di crisi industriali; estende, infatti, i diritti e riconosce i diritti. Ne ricordo uno in particolare, sembrerà piccola cosa, ma è stata anche quella una battaglia importante per il Partito Democratico: in questo decreto si riconosce il diritto dei cosiddetti esodati commercianti.
C'erano dei commercianti che avevano chiuso la propria attività professionale che non potevano, però, più accedere ad alcuni incentivi e questo decreto torna a dare loro quei diritti che tanto a lungo avevano chiesto.
Dicevo, però, che questo è un cambio di passo della maggioranza di Governo: non è soltanto un decreto che dà diritto al lavoro, ma è anche un decreto che traduce in provvedimenti normativi quello che è lo spirito dell'accordo politico di questo Governo e che troviamo anche nella manovra di bilancio prossima che entrerà al Senato e, poi, alla Camera. Un cambio di passo, perché finalmente diamo concretezza a quella economia verde che fa parte, anche per il Partito Democratico, di un rilancio del Paese, di quella crescita che il Governo precedente ha cercato con forza di annientare. Infatti, ci sono delle modifiche importanti che riguardano, ad esempio, la qualifica del rifiuto e ci sono investimenti importanti che riguardano, soprattutto, l'efficientamento energetico degli stabilimenti industriali. Tante volte ci si è riempiti la bocca di transizione industriale, cioè di affrontare il momento nel quale le industrie tradizionali devono diventare industrie sostenibili. Bene, per la prima volta - e viene confermato in questo decreto -, abbiamo il fondo per la transizione industriale, cioè incentivi forti, importanti che vengono dati a quelle industrie che decidono, ad esempio, di lasciare il carbone e di affrontare il processo della decarbonizzazione verso l'utilizzo di fonti rinnovabili e verso un'economia sostenibile. Quindi, concretamente noi diamo voce a quell'accordo politico, che sta anche in quella manovra di bilancio che, a breve, affronteremo.
Concludo su questo, Presidente, perché l'attenzione all'economia verde, l'attenzione che abbiamo dato alla tutela dei diritti, all'estensione dei diritti a chi quei diritti non li ha, fa parte di quella impronta sociale fortissima che il Partito Democratico ha inteso dare alla manovra di bilancio. Ne parleremo, ma vorrei ricordare che, per la prima volta e con forza, grazie al Partito Democratico e alla maggioranza tutta che oggi sostiene questo Governo, noi aumenteremo i salari e gli stipendi dei lavoratori e delle lavoratrici italiane (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico): lo faremo con un taglio delle tasse netto, che si accompagnerà anche ad altre importanti decisioni, che riguardano la famiglia, che riguardano le persone, come l'abbattimento delle rette degli asili nido, come il fondo per l'assegno unico per le famiglie con figli, come le decisioni, le scelte che abbiamo fatto anche di investire sul futuro del nostro Paese. Perché, vede, Presidente, vedete colleghi, possiamo avere idee diverse del Paese, possiamo avere anche un'opinione diversa di come in questo Paese si possono affrontare i temi, però noi siamo tra quelli che pensano che siano importanti le soluzioni, più che raccontare le responsabilità e attribuire le colpe. Questo racconto delle responsabilità e questa attribuzione delle colpe non hanno dato alcuna soluzione ad un Paese che rischia, oggi, di affrontare seriamente non solo una crescita zero, ma una recessione. Ebbene, anche con questo decreto, che forse è una piccola cosa, forse è una risposta soltanto ad alcune questioni concrete, noi rispondiamo, però, ad alcuni importanti temi che sono stati sollevati, da sempre, nel sistema del lavoro italiano.
Qualcuno si è lamentato del fatto che è sparito da questo decreto l'articolo sull'Ilva. Io vorrei ricordare, lo ricorderemo anche con un ordine del giorno, ma lo vorrei ricordare così come è stato fatto al Senato, che assolutamente abbiamo ben chiaro quello che per noi è importante in questo Paese. Intanto, è importante che questo Paese continui ad avere una politica industriale sulla siderurgia, perché, se vogliamo continuare ad essere Paese industriale, abbiamo bisogno di produrre acciaio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e abbiamo bisogno di produrre acciaio internamente, che è esattamente quello che, anche oggi, ha ricordato il Ministro Patuanelli, e che io ripeto in quest'Aula, perché credo che non solo non rinunceremo e non possiamo rinunciare ad essere Paese industriale e, ovviamente, saremo un Paese industriale che investe anche sull'economia verde, ma siamo un Paese industriale che deve affrontare, prima di tutto, le grandi crisi industriali, mettendo insieme quello che, per troppo tempo, questo Paese non ha messo insieme e, cioè, il lavoro, la salute e l'ambiente. È possibile lavorare ed è possibile farlo in un ambiente sano; è possibile rispettare la salute dei cittadini che lavorano nelle aziende e dei cittadini che vivono intorno alle aziende, ma non si può e non si deve rinunciare al lavoro. È per questi motivi e per questo decreto, quindi, anche per la fondatezza di tutti i diritti che questo decreto riconosce, che, a nome del Partito Democratico, annuncio che voteremo la fiducia